mercoledì 27 aprile 2016

Garfagnana: i bambini e la II guerra mondiale. Memorie dimenticate...

 Bambini che "giocano" con un
carro armato 
In ogni guerra i bambini sono le vittime più indifese. Brutalmente strappati a un mondo familiare e domestico e a loro volta catapultati in un mondo totalmente sconosciuto, fatto di privazioni, di paura, di fame e violenza. Sono costretti a seguire il destino degli adulti in una situazione che gli stessi adulti hanno creato e che loro di certo non hanno voluto. Nei libri di storia i bambini non hanno voce. Sono assenti, oppure spariscono dietro le cifre delle vittime o nelle ricostruzioni dei grandi eventi. Nella maggioranza dei casi la storiografia non si interessa del loro punto di vista, ritenendoli testimoni ingenui o poco affidabili, proprio per l'età in cui hanno visto compiersi il male, eppure nel loro sguardo rimangono tracce divenute incancellabili. Il mio articolo di oggi vuole ridare voce e luce a tutti quei bambini che in Garfagnana sono morti nella II guerra mondiale. Abbiamo sempre parlato e scritto (me compreso) di battaglie, di armate e partigiani proprio a riguardo della guerra nella nostra zona, ma i bambini dove erano? Cosa facevano? I bambini di quel tempo, fino a quel funesto 10 giugno 1940 (n.d.r: giorno dell'entrata in guerra) erano esattamente come i bambini di oggi, piaceva giocare, piacevano i dolci e non piaceva la scuola e la maestra, da quel giorno cessò la loro fanciullezza e divennero immediatamente adulti, molti di questi piccoli morirono e quelli che sopravvissero non se la passarono bene comunque, una buona parte di questi fanciulli rimasero brutalmente mutilati, altri ancora 
orfani e a quelli che non successe niente di tutto questo rimasero nell'anima e negli occhi immagini e sensazioni che nessuno dovrebbe mai nè vedere nè provare, per tutti questi il destino riservò in ogni modo un unica conseguenza, quella di non far tornare mai più i giorni della spensierata gioventù, sobbarcandosi da subito di enormi e insopportabili fardelli. Cercando e ricercando addirittura non si riesce nemmeno a trovare il numero dei bambini morti per guerra dal 1940 al 1945, sono inglobati nel numero totale delle vittime, di loro si sono perse le tracce e la memoria. Ma siccome la storia è anche memoria ecco allora come non ricordare Virgilio di otto anni di Nicciano (comune di Piazza al Serchio) morto sotto i bombardamenti insieme alla mamma Bertei Vittoria nell'inverno 1944, oppure è impossibile non rammentarsi di Pierluigi Bernardi bimbo di Treppignana (comune di Fosciandora) di età indefinita morto a causa di una granata esplosa. Non scordiamoci nemmeno di Giuliano Nardini di quattro anni che nella famosa battaglia di Sommocolonia muore in braccio alla madre colpito da una raffica di mitra provenuta da chissà dove e sempre nell'inverno di quel maledetto 1944 intere famiglie furono falcidiate sotto le bombe dei temibili cacciabombardieri alleati Thunderbolt, schiere di innocenti fratellini rimasero sotto le macerie dei bombardamenti che in quel drammatico 28 dicembre colpirono implacabilmente tutta la Garfagnana. Fu colpita così inesorabilmente la piccola frazione di Pontecosi (comune di Pieve Fosciana)dove incredibilmente morirono ben otto persone appartenenti alla famiglia Guidi, fra i quali i piccoli Michele di anni dieci, Francesco di nove, Maria Grazia di tre, e Pietro di un anno, di tutto il nucleo familiare rimase viva la sola madre(pensate lo strazio !!!). La stessa sorte il solito giorno colpì Cascio (comune di Molazzana)e la famiglia Prontelli, oltre al babbo e alla mamma rimasero senza vita anche i figli Davide di quattordici anni, Varno (?) di quindici, Gisella dieci, Sandro otto, Aurora sette e Loredano di due anni, in più le cuginette Carla di otto e Nada di due e che dire poi dei fratellini Kurt (di quattro anni) e Liliana Urbach di appena quindici mesi? Questi erano bambini ebrei deportati dall'Austria a Bagni di Lucca e morti poi nell'inferno di Auschwitz. Naturalmente questi nomi non sono che una goccia nel mare dei bambini morti per causa bellica in Garfagnana e se mi è concesso a futura memoria e in rappresentanza di tutti i bambini della valle periti in tutte le guerre vorrei ricordarne una su tutti: Ada Cassettari. Di questa bambina si ha una memoria precisa nel diario dell'allora tenente della Divisione Monterosa Cesare Fiaschi appartenente al Gruppo Artiglieria Bergamo. Si racconta in questa pagina di diario della ritirata delle forze tedesche e italiane dopo quella battaglia che passerà alla storia come la "battaglia di Natale"(per la storia della battaglia leggi: http://paolomarzi.blogspot.it/2014/12/il-piu-tragico-natale ) ma anche conosciuta con il nome in codice (tedesco) Wintergewitter (ovverosia Tempesta d'inverno). Nei giorni a ridosso del Natale ci fu una grossa offensiva delle forze dell'Asse che
Barga bombardata
sbaragliarono tutta la linea ricacciando gli americani indietro di una ventina di chilometri. Dopo pochi giorni i tedeschi non supportati da eventuali rinforzi tornarono nelle posizioni originarie, ma lo smacco e la paura fu grande per gli alleati che cominciarono a bombardare la Garfagnana senza pietà, ecco allora il racconto di quei giorni e la brutale vicenda della piccola Ada:


-Giorno 30 dicembre 1944
Prosegue ininterrottamente l'offensiva aerea. Gli americani vogliono far pagare a caro prezzo il successo dell'operazione Wintergewitter che, dati i mezzi di cui dispongono, li ha non poco ridicolizzati. Cacciabombardieri spezzonano e mitragliano la zona dove sono alloggiate le salmerie della linea pezzi della nostra batteria. Terminata l'incursione ricevo telefonicamente notizia dal sergente Rabitti loro comandante, che non vi sono state perdite. Felice scendo di corsa le scale per recarmi al piano terra e comunicare agli uomini la buona notizia, ma alla porta d'ingresso della costruzione incontro una giovane donna con un bambino in braccio. La mano destra della donna che sorregge la testa del piccolo è sanguinante e il bambino ha la testa sfracellata. La ragazza tutta coperta di sangue è venuta da chi sa dove per cercare soccorso. E' in stato di shock, certamente non si è resa conto che il bambino è morto. Questa improvvisa, inaspettata visione mi fa passare in un istante da uno stato di contentezza ad uno stato di sconvolgente
famiglie in fuga dai bombardamenti
costernazione; ho un capogiro, devo appoggiarmi alla costruzione per non cadere per terra, non riesco a guardare. Qualcosa in me rifiuta questa realtà, ho sopportato la visione di corpi straziati, divenuti irriconoscibili ma l'espressione di quella madre, impietrita dal dolore e dalla disperazione, non riesco a sostenerla. Per fortuna arriva l'ufficiale medico che immediatamente soccorre la sfortunata ragazza e la ricovera nell'infermeria. Senza l'intervento del dottore non sarei riuscito a combinare niente di positivo, in quanto in un istante la mia mente ha cessato di ragionare. Maledirei il mondo e le atrocità della guerra- 


Il piccolo bambino di cui si parla non era un maschietto, ma bensì una dolce femminuccia, era appunto Ada Cassettari figlia di Carlo e di Regoli Silvia, la giovane madre che la teneva in braccio. Ada aveva appena due anni e morì in località Tineggiori (nel comune di Fosciandora) il 30 dicembre '44 dopo un violento bombardamento e mitragliamento aereo. Una scheggia attraversava così il braccio della mamma che la sosteneva, conficcandosi nella testolina della povera piccola.

Così diceva Charles Summer un lungimirante politico della metà del 1800:
"Datemi il denaro che è stato speso nelle guerre e vestirò ogni uomo, donna o bambino con un abbigliamento dei quali re e regine saranno orgogliosi. Costruirò una scuola in ogni valle sull'intera terra. Incoronerò ogni pendio con un posto di adorazione consacrato alla pace"

1 commento:

  1. Fu terribile. Allora io avevo cinque anni, no0n vivevo in Garfagnana ma nella bassa veronese, che poco tempo dopo divenne retrovia del fronte. Ho ricordi dolorosi di quell'epoca, ricordi che non mi hanno mai abbandonato. Nel 2005 li ho raccontati in libro, El butin.

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